Come la formazione italiana sta cambiando e perché è un bene per tutti noi.
Quello delle Academy aziendali non è un fenomeno nuovo all’italiana.
Negli ultimi anni molteplici aziende, grazie alla loro esperienza, hanno fatto della formazione un punto nevralgico per essere costantemente al passo con i tempi. Era, dopotutto, inevitabile con le richieste di innovazione continua da parte di un mercato sempre più instabile.
Sono centinaia le Academy che le imprese italiane hanno avviato negli anni. Con ciò hanno contribuito ad arricchire le competenze acquisite dai lavoratori (soprattutto i neo-assunti), sui banchi di scuola o nelle aule universitarie.
Dopotutto, nella popolazione italiana, solo il 14,7% è in possesso di una laurea. Le fette principali sono quella dei diplomati (30,6%) e delle persone in possesso di licenza elementare (17%).
Inoltre occorre rifarsi ad altri due dati importanti (Sole 24 Ore):
- una scarsa propensione alla formazione continua negli adulti tra i 25 e 64 anni. Si riscontra come solo l’8,1% afferma di aver vissuto un’esperienza formativa di recente, rispetto alla media dell’Unione Europea dell’11,1%);
- l’enorme mismatch tra il numero di posti di lavoro che richiedono basse qualifiche (2,5 milioni nel 2017) e il numero di adulti scarsamente qualificati (oltre 12 milioni).
Il risultato è un divario tra richieste di posto di lavoro e possibilità sia aziendali che di mercato.
Se da un lato non ci sono abbastanza figure altamente specializzate, dall’altro la consistente presenza sul mercato di profili di bassa specializzazione è tale da non riuscire ad essere assorbita in toto dalle aziende.
Le Academy: un ponte tra formazione e lavoro
E’ questo sbilanciamento che ha palesato la necessità di creare un ponte tra lavoro e aspirante lavoratore. Perché? Avere la possibilità di formare professionisti partendo dalle esigenze del mondo del lavoro significherebbe poterne assumere molti di più!
Da questo presupposto, è nata la Scuola dei Mestieri dell’Energia, volta a dar vita a percorsi formativi integrati. Luoghi in cui il sapere sia la perfetta fusione tra territorio, istituzioni formative e organizzazioni.
Nel Decreto Sostegni bis, il Consiglio dei Ministri ha approvato il Fondo per le Scuole dei mestieri, con una dotazione di 40 miliardi proprio per l’istituzione di Scuole dei mestieri, con l’obiettivo di favorire l’incontro tra domanda e offerta e contribuire così alla crescita della competitività delle imprese.
E’ un win-win per tutti!